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Persone
Paolo Ciofi
Fotografia di Paolo Ciofi Paolo Emilio Ciofi degli Atti (Paolo Ciofi) (Roma, 18 novembre 1935) è un politico italiano. Economista e saggista, nel PCI fino al suo scioglimento, è oggi presidente di “Futura Umanità” Associazione per la storia e la memoria del Pci. Trascorre la giovinezza e compie gli studi liceali a Roma, dove dà vita alla “Associazione nazionale studenti medi” insieme ad altri giovani di sinistra. Più volte fermato per manifestazioni antifasciste e contro il Patto atlantico, si iscrive alla Federazione Giovanile Comunista Italiana nel 1950 e al PCI nel 1952. Dopo aver compiuto gli studi di economia all’Università Lomonosov di Mosca, sceglie l’impegno politico a tempo pieno, associandolo a un costante lavoro pubblicistico e di ricerca. La sua attività si svolge prevalentemente a Roma e nel Lazio, ed è legata strettamente alla politica e alla figura di Enrico Berlinguer. Segretario delle Federazione del Pci di Latina tra il 1966 e il 1969, è tra i promotori delle lotte operaie contro le “gabbie salariali” nelle fabbriche di nuova industrializzazione in agro pontino. Membro del Comitato centrale del PCI dal 1969 al 1986, è segretario regionale del Lazio dal 1970 e successivamente della Federazione di Roma fino al 1979. In questi anni si dedica soprattutto al rafforzamento del Pci, che raggiunge il massimo storico nella capitale dello Stato e nella sua regione: i comunisti, svolgendo i temi della strategia berlingueriana, conquistano prima la Regione Lazio (1975) e poi il Campidoglio (1976, giunte Argan, Petroselli, Vetere) relegando la DC all’opposizione. Inizia una fase cruciale della vita politica italiana segnata dalla violenza e dal terrorismo, che a Roma ha uno dei suoi epicentri, a partire dall’aggressione di Luciano Lama all’Università fino al rapimento e all’uccisione di Aldo Moro. Consigliere regionale dal 1970, e poi deputato della IX Legislatura, in qualità di capogruppo e di vicepresidente della Regione Lazio, Paolo Ciofi partecipa alla costruzione dell’istituto regionale e all’attività di governo delle giunte di sinistra, che si caratterizzano soprattutto per l’impianto della sanità pubblica a Roma e nel Lazio, nonché di un sistema di trasporti pubblici e di un piano di sviluppo economico-sociale. Componente della Commissione Finanze e Tesoro della Camera e dell’Antimafia, l’impegno di Ciofi in Parlamento è rivolto in particolare ai problemi e alle funzioni di Roma capitale, con la presentazione di una mozione a firma Enrico Berlinguer e della prima proposta di legge del Parlamento italiano in materia. Negli anni Ottanta Ciofi è anche coordinatore del Dipartimento economico della Direzione del Pci, e compie diverse missioni all’estero. Nel 1989 si oppone allo scioglimento del Pci annunciato da Achille Occhetto e si schiera con la “Mozione due” di Aldo Tortorella, Alessandro Natta e Pietro Ingrao. Rimane nel Pds, aderendo alla componente dei “comunisti democratici”, ma ne esce alla vigilia del II congresso, ritenendo che il partito sia stato sradicato dalla sua base operaia e popolare, e si sia spostato su posizioni neoliberiste vicine alle rivendicazioni della Confindustria. Da questo momento è impegnato nella ricerca dei fondamenti teorici e sociali di una “nuova sinistra, autonoma e unitaria”, cui dedica numerosi scritti.