
Biancamaria Frabotta, nata a Roma nel 1946, è professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea presso La Sapienza Università di Roma. La sua ricerca verte soprattutto sui poeti italiani del secondo Novecento, da Caproni a Penna, da Sereni a Fortini, da Luzi a Rosselli, da Bertolucci a Pasolini, a Elsa Morante. È particolarmente interessata alla formazione della modernità novecentesca così come si configura dagli anni Dieci alla fine del “secolo breve”. Altri settori di studio, argomento di saggi e libri, sono Carlo Cattaneo e il pensiero del federalismo ottocentesco in Italia e la Letteratura femminile, dal punto di vista teorico, ma anche pratico sperimentale. È inoltre poetessa, autrice di un romanzo e di testi teatrali.
Ha pubblicato i seguenti libri di poesia:
Il rumore bianco, Feltrinelli, 1982;
Appunti di volo e altre poesie, La Cometa, 1985;
Controcanto al chiuso, Rossi § Spera editori,1991;
La viandanza, Mondadori, 1995;
High Tide, Poetry Ireland Ltd/Eigse Eireann and The Tyrone Guthrie Centre, Dublin, 1998;
Terra contigua, Empiria, 1999 (II ediz. 2011);
La pianta del pane, Mondadori, 2003;
Gli eterni lavori, San Marco dei Giustiniani, Genova, 2005;
I nuovi climi, Stampa, Brunello, 2007;
Da mani mortali, Mondadori, 2012. Ha inoltre pubblicato: il romanzo
Velocità di fuga, Reverdito,1989; la trilogia teatrale
Trittico dell’obbedienza, Sellerio,1996; un autoritratto in prosa,
Quartetto per masse e voce sola, Donzelli, 2009. Si segnala inoltre un’ampia attività saggistica, tra cui si ricordano
Letteratura al femminile, De Donato, 1980, e
Giorgio Caproni, il poeta del disincanto, Officina edizioni, 1993. Ha curato
Arcipelago malinconia, Donzelli, 2001 e
Poeti della malinconia, Donzelli, 2001. Con Bruno Mazzoni ha tradotto un’antologia della poesia di Ana Blandiana,
Un tempo gli alberi avevano occhi, Donzelli, 2004.
Biografia completa